LA COLTIVAZIONE DEL RISO

Uno dei punti di forza della nostra azienda è la coltivazione del riso, a questo è legata una storia particolare... Sfogliando la tesi di laurea di mamma Sandra, leggendo i suoi studi sul lavoro dei braccianti tra fine 800 ed inizio 900 e sulle coltivazioni della zona, abbiamo scoperto la presenza di un'antica risaia. Tutti noi in famiglia siamo stati molto sorpresi dalla scoperta e abbiamo subito deciso di riportare alla luce quell'antica risaia. Abbiamo iniziato coltivando 3 ettari di terreno, oggi ne abbiamo 11 dal quale ricaviamo il nostro riso Vialone Nano biologico e il riso Carnaroli biologico. Il Vialone Nano è un riso semifino, dai chicchi piuttosto piccoli e tondeggianti, ma molto ricchi di amilosio (23,8%) per cui rimangono molto compatti, con una grande capacità di crescita in cottura. Il Carnaroli è una varietà di riso superfino, dal chicco particolarmente allungato (7 mm), ha una bassa tendenza a perdere amido ma una buona capacità di assorbire liquidi durante la mantecatura, è per questo considerato uno dei risi italiani più pregiati.

I metodi di coltivazione sono oggi ben diversi da quelli utilizzati fino a 50 anni fa, meno pesanti e più veloci grazie all'ausilio di tecnologie più moderne. Il lavoro comincia a marzo, quando dopo l'aratura del terreno si provvede alla frangizollatura e all'erpicatura, infine alla livellatura con l'ausilio di un raggio laser. Alla fine del mese di aprile o agli inizi di maggio si procede alla semina di questo ricco cerale. Con l'acqua immessa nella risaia subito dopo la semina, si elude ai problemi dello sbalzo termico tra giorno e notte e delle erbacce infestanti. Queste ultime, infatti, vengono eliminate per soffocamento modificando il livello dell'acqua della risaia. Alla metà di ottobre circa il riso è maturo, la prima operazione è quella di far defluire l'acqua mettendo così in asciutta la risaia. A questo punto il riso viene trebbiato.